Neil Barrett apre un suo nuovo store a Hong Kong.
Il progetto di retail è stato affidato all ormai notissima Zaha Hadid, che è riuscita , a mio avviso, a realizzare un ambiente ipermoderno ed elegante.
Lo spazio si basa sull’idea di visualizzazione orizzontale, in cui ogni singolo oggetto si comporta come un pezzo di un puzzle creando un clima di sobrietà spettacolare.
Neil Barrett non si e’ fermato ad Hong Kong ma è arrivato anche a Tokyo dove, sempre a Zaha Hahid, ha commissionato il progetto dello spazio espositivo.
L’archistar Zaha Hahid non si è certo risparmiata, progettando un innovativo passaggio circolare, che permette ai clienti di scoprire lo spazio in diversi modi ed interpretazioni.
Il progetto si muove tra architettura e scultura, dove una massa compatta di strati superficiali svela e si piega a formare le scaffalature e i posti a sedere.
Il concept dello store gioca sulle caratteristiche complementari, il dualismo tra uomo e donna, e tra contrasti di materia e colore.
Mobili total white, pareti di cemento grezzo e pavimenti nero lucido, sono i protagonisti di questo intervento di interior design.
Il pezzo-mobile al piano terra è concepito come il “forte”, forma maschile e dinamica; mentre il pezzo-mobile al primo piano, evidenzia la femminilità, attraverso linee più fluide e di contorno.
Questa interazione tra maschio e femmina è esposta anche attraverso un concetto estetico generale, con una finitura liscia in Corian bianco, contrapposta alle superfici – più grezze – di calcestruzzo.
Tutti i pezzi-mobili sono stati progettati tramite modelli 3D e poi realizzati per mezzo di una termoformatura in Corian.
Così facendo, Zaha Hahid è riuscita a tradurre in modo perfetto – ed automatico – la struttura concepita.
Nota:
Zaha Hadid Architects sta partecipando allo sviluppo di un nuovo linguaggio per l’architettura contemporanea.
Questo nuovo linguaggio architettonico è caratterizzato da un nuovo livello di complessità nello sviluppo della geometria curvelinear.
Il tema centrale e l’agenda di questo lavoro è la capacità di composizioni spaziali a far fronte a un maggior grado di complessità e dinamismo negli accordi programmatici e istituzionali che devono essere organizzati all’interno di contesti urbani sempre più complessi.
Curvelinearity è un mezzo efficace per articolare la complessità e allo stesso tempo aumenta la chiarezza visiva integrando più elementi in una forma coerente.
Articolo di: Katia Davoli