Questo mese la carta d’identità del “nostro” Artigiani/Designer dice:
Cognome: Targhini
Nato: Cesena nel 1985
Cittadinanza: Italiana
Segni particolari: Una vaga somiglianza con Salvador Dalì e aver partecipato all’ultima edizione di Doppio Senso
La mia passione per il design nasce dalla ricerca, in particolar modo va a lavorare sui materiali, sui modi d’uso e bisogni delle persone.
2) Qual è stato il tuo percorso formativo?
Non credo che ci sia un particolare personaggio del design che mi abbia influenzato particolarmente anche se di recente ho visto una mostra a Londra su Ron Arad strepitosa, il quale ammiro in maniera notevole poichè è partito anche lui con una autoproduzione e autoprototipazione dei propri progetti. Nel mondo dell’arte potrei citare diversi personaggi ed è ciò che mi ha sempre spinto nella mia ricerca il fatto di trovare un significato nelle cose non visibile subito agli occhi ma attraverso il tempo e lo studio.
Non prediligo nessun materiale, il materiale è semplicemente uno strumento con cui si può lavorare, una cosa che ritengo importante e mi affascina è la scelta e l’accostamento dei materiali, poi ogni materiale ha le sue caratteristiche a cui il progettista si deve adattare o a volte deve superare o forzare.
Penso che siano tutte fasi di una tale importanza che non si può decidere quale sia la più decisiva per un progetto. Tutte allo stesso modo devono essere prese in considerazione attraverso un’alta attenzione e nessuna di esse deve essere tralasciata. Se dovrei scegliere potrei dire di amare la sperimentazione.
Con i ragazzi della mia età o coetanei perché penso che molti di noi abbiano la voglia di cambiare non solo nell’ambito del design ma in particolar modo nel nostro tessuto sociale come ad esempio ambienti, persone, situazioni e dinamiche ormai al limite tra surreale e reale.
7) Quando progetti qualcosa, qual è il tuo target di riferimento?
Dovrebbe essere la massa ma ancora mi è difficile farlo.
8) Qual è il progetto a cui sei legato di più e perché?
Non c’è un mio progetto in particolare che prediligo sento però che il legame più forte si crea nella fase iniziale del processo dove la progettazione, i problemi e la realizzazione fanno dell’atto di creare qualcosa, la parte più importante, poi quando lo si espone o lo si presenta a persone che ne possono dare un giudizio, la visione di ciò che tu hai realizzato cambia, perché cambia il tuo modo di vedere con il tempo quell’oggetto ed allo stesso tempo cambia il contesto in cui viene inserito.
10) Un oggetto entra nella storia del design quando…?
Quando è il momento giusto per la storia di accogliere quell’oggetto.
11) L’oggetto di design più bello? Quello più utile? Quello più inutile? Quello che vorresti portasse la tua firma?
Non mi pongo il problema, non amo le classifiche.
12) Quanto contano da 1 a 10 nel successo di un progetto: la scelta del materiale; la scelta del colore; l’utilità; l’estetica; il target di riferimento; una buona recensione/visibilità.
Penso che il successo di un progetto derivi proprio da tutte queste caratteristiche ed attenzioni, il più è combinarle tutte assieme, molto spesso estremamente difficile ma nessuna esclude l’altra.
Si è un po’ complicato ma è tanto bella questa frase whenthingsareovertheground
14) Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Chi può dirlo..
15) Saluta i lettori con un pensiero tutto tuo.
Un caro saluto da Fabio Targhini
Un ringraziamento a Fabio che ha risposto alle domande di Valentina Falcinelli