Pannelli parafiato in plexiglass: i più venduti online
Lastre in plexiglas, perspex o metacrilato?
I primi due menzionati altro non sono che dei marchi, forse i più noti per “anzianità”, i primi ad entrare nel nostro paese, gli altri, insieme ad una innumerevole lista di nomi aggiuntivi, formano il vastissimo vocabolario che di anno in anno ha arricchito il mondo dell’acrilico.
Di fatto oggi, per l’utente finale, non c’è differenza tra i vari marchi, il metacrilato colato ha raggiunto quella formula chimica ottimale che lo rende puro e brillante negli anni indipendentemente dalla casa produttrice, forse gli unici a riconoscere le differenze siamo noi artigiani che lo lavoriamo; questioni di odori quando viene tagliato o fresato, di durezza quando viene spazzolato o di grado di rammollimento quando viene termoformato.
Vi sembriamo esagerati? Troppo attenti?
In realtà quando inizi a conoscere le varie materie plastiche inizi a “riconoscerle” da questi particolari.
Queste sono per noi le differenze tra un marchio e l’altro.
Non necessariamente determinano una migliore qualità, ma fondamentali differenze, per diverse lavorazioni.
Ma cerchiamo di capire meglio questo prodotto.
Polimetilmetacrilato: PMMA
Il polimetilmetacrilato (in forma abbreviata PMMA) è una materia plastica formata da polimeri del metacrilato di metile.
Chimicamente, è il polimero del metacrilato di metile.
Nel linguaggio comune il termine metacrilato si riferisce generalmente a questo polimero.
Questo materiale fu sviluppato nel 1928 in vari laboratori e immesso sul mercato nel 1933 da un’industria chimica tedesca.
Di norma è molto trasparente, più del vetro al punto che possiede caratteristiche di comportamento assimilabili alla fibra ottica per qualità di trasparenza, e con la proprietà di essere più o meno in percentuali diverse, infrangibile a seconda della sua “mescola”.
Per queste caratteristiche è usato nella fabbricazione di vetri di sicurezza e articoli similari, nei presidi antinfortunistici, nell’oggettistica d’arredamento o architettonica in genere.
Il PMMA è spesso usato in alternativa al vetro; alcune delle differenze tra i due materiali sono la densità, quella del PMMA è 1,19 g/cm3, circa la metà di quella del vetro ed è infrangibile, più tenero e sensibile ai graffi e alle abrasioni.
Può essere modellato per riscaldamento a temperature relativamente basse (100°C circa) ed è più trasparente del vetro alla luce visibile
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Il plexiglass ingiallisce al sole?
A differenza del vetro, il PMMA non ferma la luce ultravioletta, quando necessario viene prodotto appositamente con particolari formule.
E’ trasparente alla luce infrarossa fino a 2800 nm, mentre la luce di lunghezze d’onda maggiore viene sostanzialmente bloccata.
Esistono specifiche formulazioni di PMMA atte a bloccare la luce visibile e a lasciar passare la luce infrarossa di un dato intervallo di frequenze (usate, ad esempio, nei telecomandi e nei sensori rivelatori di fonti di calore)
Pezzi di metacrilato possono essere saldati a freddo usando adesivi a base di cianoacrilati oppure sciogliendone gli strati superficiali con un opportuno solvente – diclorometano o cloroformio.
La giuntura che si crea è quasi invisibile. Gli spigoli vivi del PMMA possono inoltre essere facilmente lucidati e resi trasparenti.
Il plexiglass è infiammabile?
Il PMMA brucia in presenza di aria a temperature superiori a 460°C; la sua combustione completa produce anidride carbonica e acqua.
A temperatura ambiente è un liquido incolore, infiammabile, irritante, dall’odore caratteristico.
Data la sua elevata tendenza a polimerizzare spontaneamente, viene conservato con aggiunta di tracce di composti stabilizzanti, capaci di inibire la reazione di polimerizzazione.
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